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Nella New Economy caratterizzata dalla globalizzazione, dall’ immaterialità degli scambi, dall’ interconnessione e interazione tra azienda, clienti e fornitori, dalla confusione tra i ruoli di oggetto e soggetto di comunicazione, la spinta delle nuove tecnologie induce a ripensare i tradizionali modelli di comunicazione.
Alcune considerazioni alla base delle logiche operative del giornalista d'impresa:
- in un mondo di eccesso di comunicazione, dove chiunque può accedere facilmente ad ogni informazione, diviene fattore di successo il saper catturare e fidelizzare il ricevente, comunicandogli un valore
- le vie della comunicazione sono oggi delle autostrade a 8 corsie, sono come una fibra ottica che consente un’ impressionante larghezza di banda; il problema è che le aziende sono tarate per 2, 3 corsie al massimo lasciando ampi spazi vuoti e non presidiati
- i siti web ne sono un esempio: tutti oggi hanno o fanno un sito, molti siti vengono creati e gestiti con il vecchio principio comunicativo “dal pulpito ai fedeli”. Non capire che un sito è in realtà uno strumento di interazione e di feedback, ma anche di creazione di cultura può impedire di sfruttarne appieno le potenzialità. Una scommessa: passare dal proprio sito, inteso come presentazione dell’ azienda e di prodotti, al concetto di “portale verticale logico” dove il sito diviene punto di riferimento per un dato settore o per un certo gruppo di riferimento. Mentre il concetto dovrebbe essere quasi automatico per le associazioni o comunque per chi rappresenta interessi collettivi, è di più difficile applicazione nel caso delle imprese, ma sicuramente può dare risultati eccezionali a chi saprà cogliere la sfida.
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